Quando non sei studente e abiti a Torino, i Portici sono solo una parentesi di vita della tua città, negozi, centro, posto dove portare chi ti viene a trovare e non conosce la città, perchè così puoi andare a vedere anche la Mole e se è una bella giornata salire in cima e fare le foto.
Stamattina sono stato in centro, per due impegni all'inizio e alla fine della mattina, così a metà ho fatto una passeggiata tranquillo, senza l'affanno del pranzo velocissimo, e senza la speranza del sole per portare sulla Mole qualcuno; poi un cartello, "mostra dei presepi", e così sono andato a vederla. Amo molto il presepe, forse perchè da bambino era solo una specie di giocattolo che non abitava in camera tua, ma che potevi usare, per alcuni giorni, quando arrivava Natale. E allora via con la mente e la fantasia ad immaginare storie e avventure con i pastori, i Re Magi, gli angeli che parlavano e si muovevano come i Playmobil, ma sul muschio.
E da allora, il presepe mi dà la sensazione di un passaggio di tempo breve ma bello, particolare. Natale di ieri.
Esco da questa piccola mostra con il cuore pieno del Natale, e continuo la mia passeggiata...
E ti accorgi che i portici sono passaggi di vita affascinanti e contradditori. Ci sono manager con i telefonini che squillano continuamente che camminano velocemente al centro (chissa poi perchè sempre al centro...), fidanzati che passeggiano e guardano le vetrine, gente piena di buste dei primi regali di Natale, persone che ingannano il tempo che scorre ciascuno nei suoi pensieri (come me stamattina), anziani, e poi chi cucina le caldarroste che riempiono di profumo l'aria.
E poi loro, chi vive ai contorni della città, gli invisibili ai passaggi indifferenti della gente, i poveri.
Chi chiede qualche monetina, chi tenta di fare concorrenza ai negozi prestigiosi con qualche bancarella improvvisata, chi suona. Chi suona mi affascina da sempre, violini, fisarmoniche, chitarre fra le mani certe volte di artisti veri ai quali la vita non ha corrisposto i sogni, di persone che suonano e riempiono l'aria di talento per orecchie troppo piene di buste e per occhi troppo attenti ai cellulari per accorgersene.
Natale di oggi, Natale moderno. Shopping, luci d'Artista, e indifferenza.
E ho incontrato anche Nina, una vecchina che vive e lavora al semaforo di corso San Maurizio. Per cinque anni, ogni volta che l'ho incontrata, nel tempo di un rosso, due parole, come stai, guarda che bel sole, oppure speriamo che smetta di fare così freddo, due sorrisi, e l'augurio di una buona giornata. Mi ha sempre detto "che Dio ti benedica", anche se non le ho mai dato monetine. Qualche volta ho comprato due panini e due lattine e ho mangiato con lei ai Giardini Reali, il solito pranzo velocissimo per prendere il posto in aula. Se non ti offendi, ho preso un panino anche per te, le ho detto un giorno. - Cosa c'è dentro? - mi ha risposto. Risata. - Puoi scegliere. E da quel giorno mi ha chiesto un po' di volte cosa ci fosse dentro.
Nina è una delle cose più belle e più vere che mi ha insegnato l'Università.
Che la vita non va sempre come te la immagini, che puoi ritrovarti anziana ad un semaforo a sperare che uno studentello qualsiasi ti compri un panino, senza neppure poter scegliere cosa metterci dentro. Che una persona così, ti può benedire.
Un saluto veloce stamattina, due battute, quattro chiacchiere, due sorrisi, una benedizione. poi via, ognuno per la sua strada, sotto i portici.
E allora buon Avvento, a chi lo passerà sotto i Portici, davanti alle vetrine, non sentendo il profumo delle caldarroste o un violino che incanta, a chi pieno di buste guarderà in alto e vedrà... il soffitto screpolato di un porticato antico.
E poi buon Avvento a chi, come Nina, non avrà buste, ma sentirà una fisarmonica che le farà venire un po' di nostalgia e raccoglierà qualche monetina perchè le caldarroste hanno veramente un buon profumo.
Stamattina sono stato in centro, per due impegni all'inizio e alla fine della mattina, così a metà ho fatto una passeggiata tranquillo, senza l'affanno del pranzo velocissimo, e senza la speranza del sole per portare sulla Mole qualcuno; poi un cartello, "mostra dei presepi", e così sono andato a vederla. Amo molto il presepe, forse perchè da bambino era solo una specie di giocattolo che non abitava in camera tua, ma che potevi usare, per alcuni giorni, quando arrivava Natale. E allora via con la mente e la fantasia ad immaginare storie e avventure con i pastori, i Re Magi, gli angeli che parlavano e si muovevano come i Playmobil, ma sul muschio.
E da allora, il presepe mi dà la sensazione di un passaggio di tempo breve ma bello, particolare. Natale di ieri.
Esco da questa piccola mostra con il cuore pieno del Natale, e continuo la mia passeggiata...
E ti accorgi che i portici sono passaggi di vita affascinanti e contradditori. Ci sono manager con i telefonini che squillano continuamente che camminano velocemente al centro (chissa poi perchè sempre al centro...), fidanzati che passeggiano e guardano le vetrine, gente piena di buste dei primi regali di Natale, persone che ingannano il tempo che scorre ciascuno nei suoi pensieri (come me stamattina), anziani, e poi chi cucina le caldarroste che riempiono di profumo l'aria.
E poi loro, chi vive ai contorni della città, gli invisibili ai passaggi indifferenti della gente, i poveri.
Chi chiede qualche monetina, chi tenta di fare concorrenza ai negozi prestigiosi con qualche bancarella improvvisata, chi suona. Chi suona mi affascina da sempre, violini, fisarmoniche, chitarre fra le mani certe volte di artisti veri ai quali la vita non ha corrisposto i sogni, di persone che suonano e riempiono l'aria di talento per orecchie troppo piene di buste e per occhi troppo attenti ai cellulari per accorgersene.
Natale di oggi, Natale moderno. Shopping, luci d'Artista, e indifferenza.
E ho incontrato anche Nina, una vecchina che vive e lavora al semaforo di corso San Maurizio. Per cinque anni, ogni volta che l'ho incontrata, nel tempo di un rosso, due parole, come stai, guarda che bel sole, oppure speriamo che smetta di fare così freddo, due sorrisi, e l'augurio di una buona giornata. Mi ha sempre detto "che Dio ti benedica", anche se non le ho mai dato monetine. Qualche volta ho comprato due panini e due lattine e ho mangiato con lei ai Giardini Reali, il solito pranzo velocissimo per prendere il posto in aula. Se non ti offendi, ho preso un panino anche per te, le ho detto un giorno. - Cosa c'è dentro? - mi ha risposto. Risata. - Puoi scegliere. E da quel giorno mi ha chiesto un po' di volte cosa ci fosse dentro.
Nina è una delle cose più belle e più vere che mi ha insegnato l'Università.
Che la vita non va sempre come te la immagini, che puoi ritrovarti anziana ad un semaforo a sperare che uno studentello qualsiasi ti compri un panino, senza neppure poter scegliere cosa metterci dentro. Che una persona così, ti può benedire.
Un saluto veloce stamattina, due battute, quattro chiacchiere, due sorrisi, una benedizione. poi via, ognuno per la sua strada, sotto i portici.
E allora buon Avvento, a chi lo passerà sotto i Portici, davanti alle vetrine, non sentendo il profumo delle caldarroste o un violino che incanta, a chi pieno di buste guarderà in alto e vedrà... il soffitto screpolato di un porticato antico.
E poi buon Avvento a chi, come Nina, non avrà buste, ma sentirà una fisarmonica che le farà venire un po' di nostalgia e raccoglierà qualche monetina perchè le caldarroste hanno veramente un buon profumo.
Ma che poi guarda in alto, e vede il cielo.
E non ti dice cose del tipo da quanto tempo prima o poi ci vedremo dobbiamo organizzare un sabato sera diciamo sempre che ci vediamo e poi non riusciamo mai guarda cara non c'è mai tempo per fare niente.
E non ti dice cose del tipo da quanto tempo prima o poi ci vedremo dobbiamo organizzare un sabato sera diciamo sempre che ci vediamo e poi non riusciamo mai guarda cara non c'è mai tempo per fare niente.
Ma ti dice Dio ti benedica.
Non te l'ho mai detto di persona Nina, perchè per me dirlo dal finestrino abbassato della mia macchina aspettando il verde sarebbe troppo semplice.
Non te l'ho mai detto di persona Nina, perchè per me dirlo dal finestrino abbassato della mia macchina aspettando il verde sarebbe troppo semplice.
Ma ho pensato "benedica anche te, Nina" ogni volta che me lo hai detto.
Peppe
7 commenti:
Sei riuscito a farmi commuovere..buon segno,vuol dire che hai raccontato una storia bellissima.. :-)
Ciao Peppe come tutti gli esseri umani della terra vado sempre di fretta e ho sempre timore che non arrivi a fare qualcosa.
Poco fa mentre facevo colazione davo un occhiata su internet e ho letto il tuo articolo e proprio per il fatto che bastavano pochi secondi a leggerlo l'ho fatto.
Non siamo più in avvento ma in quaresima e mi fa piacere che il Signore tocchi il cuore anche a altre persone e che ci sia qualcuno come te, come me, che si riscaldano con queste sensazioni tenere dei " piccoli" che sono tanti e che spesso vengono ignorati dalla società.
Ciao grazie. Se puoi mi puoi dire la tua età?
scusa mi sono accorta solo dopo della tua età ciao
grazie del commento elisa,
un sorriso ed una buona giornata!
:-)
ciao lychgu,
infinitamente grazie per le belle parole.
sai, io credo che ci siano tante persone così, solo che non fanno rumore...la famosa foresta che cresce...
quando vorrai passare di qui, sarai sempre la benvenuta (o il benvenuto)!
un sorriso,
peppe
Caro peppe,
ti ho scritto un lungo commento ed ora non posso stare oltre... com'è possibile che mentre ero in "anteprima" sia sparito?? Hai modo di vederlo/recuperarlo tu?
als23@libero.it
Dio ti benedica!
ciao, grazie mille, ti ho spedito una mail. Sevorrai ripassare da queste pagine e ripostare il commento, sarai il benvenuto!
Dio benedica anche te,
ti sorrido,
peppe
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