giovedì 24 gennaio 2008

Beh, fine della prima settimana di lavoro vero. Certe volte succede, anche tutti i giorni, di andare a lavorare, spero di imparare molto ma spero ancora di più di non abituarmi mai al lavoro che faccio.
E un po', come lavoro, mi rispecchia.

Che i numeri non facessero parte della mia vita, lo dimostra lo storico 2 su 15 della prova di matematica alla maturità, credo tutt'ora uno dei record italiani della categoria.

Così, uso le parole.

Scrivo.

L'azienda lavora su quello che si chiama "guerrilla marketing", marketing di avanguardia, marketing innovativo... ognuno lo chiama come gli pare.

Io gestisco una parte della comunicazione sul web, lavoro nell'ufficio stampa di questa piccola azienda con mille idee e la speranza di crescere, e un po' mi occupo del marketing.

Così, con la possibilità di usare le parole, di comunicare con tanti, di creare con le idee.

Affascinante, poter dire e poter dire bene.

Nei prossimi giorni se passa qualcosa di interessante lo metterò nel blog, per ora, una piccola poesia che sta davanti alla mia scrivania, in ufficio. Così, per non dimenticarmi che le parole servono perchè sono capaci di inchiodare i pensieri davanti a un testo, di aprire le porte di un cuore. Perchè se sono solo scritte senza essere pronunciate, ti fanno parlare anche se non ci sei. Per non dimenticarmi, anche se lavoro con le parole, che devono comunque nascere dal silenzio di un cuore che batte.


Con parole diverse
dire la stessa cosa,
sempre la stessa.
Sempre con le stesse parole
dire una cosa del tutto diversa
o la stessa in modo diverso.
Molte cose non dirle,
o dire molto con parole
che non dicono niente.
Oppure tacere,
in modo eloquente.


Peppe

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