lunedì 14 gennaio 2008

LE RADICI...

Cari professori di Roma e d'Italia,
in Africa raccontano che quando un villaggio si ritrova a pregare, là dove mancano le chiese o un luogo di culto, i vecchi, le donne, gli uomini e i bambini si siedono e si inginocchiano attorno ad un albero. Nella savana gli alberi non sono molti, e tuttavia non vanno bene indifferentemente. Piuttosto ci si allontana un po' dalle capanne, ma si sceglie un albero grande. Perchè gli alberi grandi, sono quelli che hanno le radici più profonde.

Mio nonno ha fatto tutta la vita il contadino, e senza avere mai letto nulla o quasi, sapeva quali alberi tagliare e quali no, in campagna. "E' importante tagliare quelli giusti, perchè altrimenti il terreno frana e il raccolto si perde" - diceva.

Cari professori di Roma e d'Italia,
vi chiamano "cervelli", ma ci sono persone che non hanno le biblioteche personali pieni di libri, che non hanno scritto "dottore" davanti al proprio nome, che non compaiono sui giornali. Vi chiamano "cervelli", ma ci sono persone che hanno zappe nelle loro case, o che le case proprio non le hanno e nemmeno sanno cosa possa voler dire pubblicare manuali. Ma sanno dare la giusta importanza alle radici.

Alzate la voce, in nome di una cultura che avete imparato sui libri e che ritenete la verità assoluta; basate il sapere solo sul conoscere, abituati come siete a giudicare le persone e il mondo in trentesimi.
Alzate la voce e fate prendere le bandiere ai giovani distorcendo il senso e il significato della parola scienza. Se avete princìpi e verità così indissolubili, se avete valori così profondi come dite di avere, certo non dovete avere timore, con tutto il sapere che conoscete o dite di conoscere, di confrontarvi.

Il problema è che la vostra non è la Verità, il problema è che vi chiamano "cervelli" perchè sapete usare solo quelli. Dimenticate l'anima, voi, e non la troverete in biblioteca. E allora prendetele le bandiere, contestate in nome di un anticlericalismo che non sapete neppure cosa vuol dire precisamente, continuate a cercare di sostituirvi sempre e comunque al Creatore.
Siete creature come tutti gli altri, avete avuto lo stesso inizio e cinquant'anni fa non eravate nessuno e qui avrete la stessa fine di tutti gli esseri umani.

Perciò non permettetevi di plasmare la mente dei giovani, perchè non siete i padri di questa terra ma siete figli dello stesso Padre. Esattamente come me, esattamente come mio nonno, esattamente come i saggi della savana africana.

Ridimensionate il valore della vita, contribuendo ancora di più a sfilacciare le maglie di una società che già non riesce più a raccogliere tutti i suoi pezzi.
Continuerete a riempirvi il cervello di libri e la bocca di paroloni, ma non imparerete mai quali sono gli alberi da tagliare e quali no, e non avrete mai l'umiltà di fare due passi in più e inginocchiarvi di fronte all'albero grande della savana.

Perchè una zappa non l'avete mai presa, e perchè non avete mai visto una capanna.

Buona notte, soprattutto a chi stasera si inginocchierà attorno agli alberi d'Africa. Buon riposo, non vi state perdendo nulla di veramente importante.

Peppe

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