sabato 1 marzo 2008

IL DIRITTO DI NON SAPERE


Una piccola riflessione, da ex studente di scienze della comunicazione che con le notizie e le informazioni ci lavora tutti i giorni.

Mi sono sempre chiesto se esiste un limite alle notizie.
Se esiste un limite dico, che va oltre la legge sulla privacy e il codice deontologico.
Se esiste un codice etico, morale, umano, professionale che rende capace chi scrive di utilizzare un filtro personale e di non trasformare proprio tutto tutto in parole che altri leggeranno.
Se esiste una capacità di scrivere che non debba necessariamente andare oltre l'immaginazione.


Sappiamo tutto dei due fratellini che sono morti nella cisterna, sappiamo tutto di Tommy, sappiamo tutto di Samuele e di molti altri. Tutto, ogni secondo, ogni dettaglio, il pigiama i vestiti cosa hanno detto cosa avranno pensato cosa hanno fatto. Tutto come se quel piccolo spazio tempo dovesse essere percorso ai raggi x perchè una notizia sia completa.
Le famose 5 "w" del giornalismo (chi cosa quando dove come) spettacolarizzate per far rabbrividire, commuovere, piangere chi ascolta.


Io dico che non serve sapere che due piccoli hanno provato a risalire una cisterna con le mani, che non mi interessa vedere sempre e per forza le fotografie, che non è necessario intervistare chi soffre proprio mentre sta soffrendo.

Io dico che non è questa la comunicazione che sognavo, che sogno.

Che il dolore va rispettato prima di tutto con il silenzio.
Con il silenzio e poi con la delicatezza, con quella delicatezza e quel rispetto che deve far scrivere senza andare oltre, lasciando sul taccuino degli appunti i dettagli e privilegiando la dignità di quel che accade.


Esiste un diritto di non-sapere, perchè la vita non è il Grande Fratello o qualsiasi altro reality show, che devi vedere quando vuoi, tutto, della vita degli altri.

Perchè il dolore di chi soffre e di chi muore va prima di tutto rispettato con il silenzio. Con il silenzio, quello che è davvero omaggio e attestato di vita e che fa rimanere gli appunti e i pensieri di un giornalista tali.

Ci sono diritti di qualunque cosa, e chi studia giurisprudenza lo sa.
Io dico che deve esistere anche un diritto di non sapere.



Peppe


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il diritto di non sapere
Il diritto al silenzio
La responsabilità e l'etica professionael..
A furia di vederle calpestate, sembrano essere diventate solo parole prive di significato...
Ma ci sono ancora quelli per cui hanno un valore. per fortuna.
^_^



P.s. Finalmente, ti ho linkato! :-)

Anonimo ha detto...

Mamma mia quant'è vero...