mercoledì 4 giugno 2008

Un sorriso lungo un anno: un peluche lontano duemila Km

Aderisco davvero volentieri all'iniziativa "Un sorriso lungo un anno"; anche in rete ci sono iniziative che meritano appoggio incondizionato, come nella vita del resto. Grazie a chi me l'ha segnalata, e se qualcuno fosse interessato a sapere cos'è, basta cliccare qui.


Bene. Tante cose che ho vissuto mi confermano che il nome del mio blog era davvero il migliore che potessi trovare, e siccome l'iniziativa prevede che si scriva un post sul sorriso, ne racconto uno che mi ricordo particolarmente.

Nell'estate del 2004 andai in Romania (quando ancora non si trovava nell'unione europea) con un gruppo di animatori e animatrici, a realizzare un'esperienza che partendo dall'animazione e da un piccolo spettacolo di giocoleria, danze, animazione magica e sculture di palloncini, potesse far vivere ai bambini un'esperienza di serenità e divertimento e potesse accendere nei ragazzi più grandi di quelle parti la scintilla per andare avanti ogni anno a proporre questa sorta di "centro estivo" un po' particolare. Dopo un periodo nelle campagne poverissime del nord della Romania (in quella regione chiamata Moldavia) andammo a Bacau, dove un gruppo di suore che gestivano un ex orfanatrofio di stato dei tempi di Ceaucescu, ora diventato una casa-famiglia che ospitava bambini abbandonati o orfani, ci avevano chiesto di trascorrere qualche giorno.

Porto via mille volti di quell'esperienza, e per ogni volto, un sorriso. Ricordo in particolare una bimba, Cristina, che all'epoca aveva 4 anni e che si era particolarmente affezionata a me. Era la piccola assistente dello spettacolino di magia e questo l'aveva resa particolarmente contenta. L'ultima sera prima di partire, avevamo aspettato che i bambini andassero a dormire per portare davanti alle loro stanze i peluches che ci avevano regalato in Italia durante la raccolta del materiale. Questa sorpresa li avrebbe resi contenti.

Al mattino, di buon ora come previsto ci alzammo per evitare un altro saluto che avrebbe reso più malinconica la partenza da quel posto di apparente tristezza esterna, ma in realtà bello e faticoso com'è la vita in ogni famiglia. Davanti alla porta della mia cameretta, trovai un disegno e un piccolo pupazzetto di pezza, di quelli che c'erano una volta. Cristina aveva deciso di regalarmi il suo peluche, quello che aveva da sempre e che da allora sta nella mia macchina o nella valigia quando vado lontano. Questa sorpresa, che mi ha insegnato ancora di più di cosa sono capaci i bambini, mi fece sorridere.

E quando guardo quel peluche, tutt'ora ripenso a questa storia. Tutt'ora, con un sorriso.

Peppe

2 commenti:

twigabea ha detto...

A me è successa la stessa cosa. Ma ero in Africa e il mio regalino davanti alla porta fu un braccialetto di gomma nera...che porto al polso da quel giorno e che non riesco più a togliere...

chicasabrosa ha detto...

Grazie per aver accolto il mio appello ...e la tua storia è molto carina