lunedì 7 luglio 2008

Lloret del mar

Ci sono articoli che vale la pena di leggere e giornalisti che sanno fare il loro mestiere. Pubblico un articolo di Pierangelo Sapegno, giornalista de La Stampa di Torino. Visto che siamo all'inizio delle vacanze, ci sono posti considerati mitici, icone del divertimento e della bella vita, che con l'indifferenza tipica della nosra societàà vengono considerati tali.
Lloret del mar è uno di questi posti.
Ora è toccato a una ragazza di nome Federica, domani chissà: sarà colpa dei figli, superficiali e con la voglia di scappare dalle città piuttosto che di viaggiare davvero, sarà colpa dei genitori, per i quali va sempre tutto bene in nome del non-discutere, sarà colpa di chi si arricchisce sulla pelle dei ragazzi.
Beh, così, giusto per rifletterci un po' su...
Sesso e droga aspettando l’alba
Lloret del mar. Quello più normale sta parlando da solo. Non può fregarcene di meno. Forse anche noi parliamo da soli, e da un bel pezzo. Ma gli altri corrono, urlano, ballano. Camminano per delle ore, come dei fantasmi, tutti in gruppo: escono da un locale, entrano in un altro e continuano a camminare, inseguiti da una musica, da una risata, o da una voce più forte, tra i fumi di birra rancide e di fiatate canine. Colori scuri, sensazioni rap, ritmi assordanti. Però tante facce da bambini.
Sembra un posto sospeso sul vuoto, Lloret de Mar e la sua notte, un posto dove non si capisce bene quale sarà la porta dopo, come sarà la fine e come saranno i suoi occhi. S
ono le 4 del mattino. Federica s’è persa così, e s’è persa in quest’ora, in questa confusione di porte, di luci, di insegne e di promesse, in questo torpore alcolico, un bacio umido e la sorsata di un bicchiere.
[...] E poi siamo andati allo Yates, a cercare il tavolo dove gli amici hanno detto che Federica s’era messa a ballare, che poi sarà stato questo bancone, o la panca fuori, dove s’era buttata affranta prima di sparire. La nostra amica Anabel Reinoso ci aveva raccontato che «è successo molte volte che qualcuno ha fatto bere miscugli di alcol e droghe alle ragazze per poi approfittarne». E quelli che ti offrono qualche pasticca li trovi dappertutto, per strada, dentro i locali, sui bordi della spiaggia persino, e ti inseguono come i pierre delle discoteche che ti abbordano anche solo per spiegarti che quel posto è lo sballo migliore o che «lì si trova più facilmente da scopare». Anche noi li abbiamo incontrati, gli spacciatori.
Alla fine ha un po’ ragione Gianni Volpi, 22 anni, da Milano, quasi pentito d’esser venuto qua, perché gli sembra «il regno della tristezza, la patria dello zamarro». Anche se forse lo dice solo perché dev’essere l’unico che non ha cuccato, un po’ è vero. Avevamo cominciato il nostro giro alle 11 di sera, come aveva fatto Federica. Avevamo mangiato un pollo alla Campana di Pedro, e appena fuori ci eravamo infilati nel primo pub. Avevamo chiesto alla barista se ci indicava qualche locale, e lei ci aveva guardato come se fosse Flavia Vento di fronte a un congiuntivo. «Stasera non posso, sono impegnata», aveva risposto. Qualcuno al nostro posto avrebbe tagliato la corda, ma noi no. Abbiamo insistito. La barista ha rifilato agli avventori lo sguardo di chi la sa lunga, poi s’è lasciata scappare un sorrisino, presentando il resto dei suoi denti. Non che fossero più carini di quelli che avevamo già visto. Ha detto che poteva fare un elenco che non finiva più: Calipso, Tropics, Colossos, Menfis, Hollywood, Revolution. «Devo continuare?». No. Alla fine l’abbiamo pure aspettata.
E’ che era meglio andare con una donna giovane per capire com’è l’andazzo. Il bar Beach&Friends era ancora aperto: sta lì accanto al Flamingo, un casermone con le finestre e le terrazze affacciate, come celle su un cortile, con gli asciugamani stesi alle ringhiere e una piscina grande come uno sputo proprio davanti all’ingresso.
[...] Anche quando venne fuori la notizia di Federica, nessuno ci fece troppo caso. Come dicono alla polizia, «sapeste quanti ragazzi spariscono a Lloret de Mar. Li ritroviamo il giorno dopo che si risvegliano sulla spiaggia». Il divertimento ha le sue regole e la sua follìa. Guardate come funziona: quelli che ti offrono le pasticche per fare la notte più lunga, li trovi anche lungo questo viale di due chilometri che costeggia il mare. La gente è quasi mai da sola: non è posto questo. Ma fra queste bande di amici che si incrociano nella ressa, non sono pochi quelli che spuntano a mezz’aria da ombre cineree, sperduti nel loro torpore alcolico. Come dice Valentina, l’amica che assieme a Stefania si era messa a cercare Federica in quel pomeriggio del primo luglio, «circolano tipi strani, fantasmi della notte, gente strafatta... Non sai mai che cosa ti può capitare. Io non esco mai da sola».
E quello che non si capisce è perché l’avesse fatto lei, Federica, sdraiata su quella panchina in fondo al vicolo, alle 4 del mattino, «come se stesse male o non avesse più forze». Si può lasciare sola una persona così? A rigor di logica bisognerebbe rispondere di no.
Ma qui è diverso, perché è come facesse parte di questa dimensione, e in fondo ha ragione Anabel Reinoso, perché Lloret de Mar è come se fosse il posto giusto per una ciucca vagabonda, quello dove andare ad acquattarsi come una biglia in una fessura tra due assi, un porto sicuro per tutti quelli che devono dimenticare qualcosa. In questo marasma potrebbe sembrare normale che tu sia ridotto così. Solo che Federica non aveva niente da dimenticare. E’ questo il suo mistero.
Alla fine siamo rimasti anche noi con questo sguardo da una notte senza luna, gli occhi stretti come fessure, conciati come chissà quale rottame.
E’ che ci sono un mucchio di posti dove entri gratis e bevi ancora di più senza pagare.
Basta avere una donna assieme.
Poi uno si trascina con quest’aria da relitto umano.
Ma non vuol dire che si è già pronti per la demolizione.
Per motivi di spazio ho tagliato alcune parti, potete trovare l'articolo completo a questo link.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

E' morta una ragazza giovanissima in quel posto, una ragazza che non ha fatto nulla di male se non divertirsi, magari con l'ingenuità dell'età, credendo di potersi fidare di tutti.
Se fosse stata anche ubriaca o drogata o nuda, nessuno, ma proprio NESSUNO ha il diritto di uccidere un altro essere umano, nè di violentarlo nè altro.
Sono sempre dell'idea che, prima di scrivere, le persone dovrebbero pensare a sé stesse ed ai loro figli, che sicuramente andranno a ballare nella vita, che sicuramente una volta nella vita si ubriacheranno....e se capitasse a loro proprio quella volta? Pensiamoci...

Giuseppe ha detto...

Infatti non mi pare che l'articolo manchi di rispetto a nessuno. Essere oggettivi, qualche volta, e dire le cose come stanno senza poesia, fa bene...
un saluto
peppe

Anonimo ha detto...

io a lloret ci sono stata ad aprile...e la droga e l'alcol te la dv cercare...sn uscita cn delle mie amiche e siamo tornate sole dalla discoteca alle 4...ma nessuno ci ha infastidito...bisogna solo non dare confidenza.Lloret è un posto fantastico...nemmeno in dicoteca(io sn andata al tropics k è una delle + famose)è stata offerta droga al mio gruppo...La gente lì è tutta nei locali,x strada nn si incontra nessuno...e poi credo k nn sia un comportamento cosciente allontanarsi dalla propria amica cn un gruppo di sconosciuti...cero,in viaggio si fanno nuove conoscienze...I pr in ql paese ti fermano ogni 3 secondi e scherzano e parlano...ma ora nn bisogna considerare lloret cm un paese degli orrori,dv ci si diverte sl se ci si droga o ubriaca...io nn fumo nemmeno una sigaretta e in discoteca ho bevuto un paio di cocktails...eppure mi sn divertita lo stesso...Qst tragedia è accaduta in spagna,sulla costa brava,ma cn il comportamento k ha avuto Federica,sarebbe potuto accadere in qualunque altro luogo sulla terra...

Anonimo ha detto...

Anch'io sono stata a Lloret de Mar, 4 anni fa ed ero molto più piccola di Federica, avevo appena 19 anni... il classico viaggio di fine maturità, niente trasgressioni, solo voglia di divertirsi, il mare, la prima vacanza da sola con le amiche.La droga se la vuoi la trovi da ogni parte, lì è solo più facile reperirla, ma il fatto che una ragazza sia un po' su di giri non autorizza nessuno ad abusare di lei, la "grandezza" di una persona si dimostra proprio in questi casi, purtroppo viviamo in una società orribile, in cui regna la mercificazione del corpo e dove c'è un solo imperativo: divertirsi ad ogni costo e per farlo spesso si fa uso di sostanze stupefacenti, che dire? Il branco è proprio questo,ma non è giusto demonizzare una località come Lloret de Mar, il problema in sè non è il posto, ma la gente che c'è, gente che si può trovare in qualsiasi città del mondo, non esistono luoghi estremamente sicuri, esistono però situazioni che è bene evitare, ho la stessa età che aveva Federica, forse perchè sono un tipo pauroso o forse perchè i miei mi hanno abituata a tenere gli occhi aperti, ma mai nè in vacanza nè a casa si deve rimanere da sole, soprattutto se si è preso una sbronza...di gente senza scrupoli il mondo è pieno.
Penso ora a quella mamma e rabbrividisco, il giornalista ha dipinto perfettamente la realtà di Lloret de Mar, ma non ha speso neanche una parola un po' meno cinica per Federica e per i suoi genitori...la violenza su una ragazza è la cosa più orrenda che esista a questo mondo e può succedere in ogni luogo e ad ogni ragazza, lei era solo andata in vancanza,che ha fatto di male?.

Giuseppe ha detto...

grazie del commento, davvero intelligente.
Io credo che il giornalista sia più critico verso le amiche, o presunte tali, perchè non si lascia in giro di notte da sola una ragazza ubriaca, a maggior ragione se è una tua amica...
Per federica, beh, una preghiera...

Anonimo ha detto...

Ti ringrazio per l'apprezzamento,non tutti hanno condiviso la mia idea, molti dei miei conoscenti hanno semplicemente liquidato la vicenda dicendo che quando una ragazza va in quei posti le complicazioni se le va a cercare, sinceramente io a Lloret de Mar non cercavo niente, ero fidanzatissima, era una semplice vacanza, potevo andar lì oppure in un altro posto, se è destino che qualcosa succedda stai pur certo che ti succede, il problema è che certi eventi a volte puoi evitarli e se quella sera qualcuno fosse stato con lei forse oggi riderebbero e scherzerebbero sulla serata che avevano trascorso.
Se posso spendere due parole su quelle " amiche" debbo dire che al suo posto preferirei scomparire, mi sentirei in parte colpevole di quel che è successo, ma si sa " chi trova un amico trova un tesoro",evidentemente la cara e sfortunata Federica non aveva trovato proprio delle amiche con i fiocchi, nessuno meglio di loro sa come è andata quella sera, in ogni caso una bella vacanza si è trasformata in un incubo a causa della superficialità, perchè a mio avviso alla base di questa enorme tragedia c'è una buona dose di incoscienza e di superficialità.
Che dire a quelle ragazze? Vergognatevi! Banale. Pentitevi? Ormai è troppo tardi. Rimproverarle, colpevolizzare, denigrarle non servirà a far tornare quella povera ragazza,è però necessario porsi una domanda: dove sono finiti valori come la lealtà e il rispetto per la vita in questa società tendenzialmente perversa che fa apparire tutto facile, bello, a portata di mano e che fa sentire noi giovani così invincibili? Basta sfogliare un giornale per renderci conto che siamo così corrotti, così "faciloni", così strafottenti da non avere nè rispetto per noi stessi nè per gli altri.
Proprio stamani curiosando su internet ho letto di tre ragazzi americani accusati di aver riesumato e cercato di avere un amplesso con il cadavere di una ragazza, parlo di tre ragazzi poco più che ventenni... ma stiamo scherzando? Gente che uccide ragazze se si rifiutano di avere rapporti, gente che picchia a sangue un ragazzo solo perchè si rifiuta di offrirgli una sigaretta, gente che organizza vere e proprie guerriglie allo stadio in nome di non so quali valori... ma in che mondo viviamo? I nostri nonni combattevano per principi come la libertà, l'uguaglianza, non in nome di un rigore negato, nè tantomeno torcevano un capello ad una ragazza se si rifiutava di starci, gli uomini prima "cedevano il passo" alle donne, dove sono finiti questi valori? Invece di insegnarci i logaritmi a scuola dovrebbero inserire delle ore di " insegnamento alla vita reale" con tanto di valutazione sul grado di "civiltà" dell'alunno, forse qualcosa cambierebbe, mio padre dice che a noi sono mancate le regole, quelle vere, forse ha ragione, forse no, fatto sta che guardandomi intorno vedo solo tanto menefreghismo e qualunquismo e penso che se rimaniamo a guardare questo sfacelo ai nostri figli regaleremo un bellissimo MONDO DI MERDA ( susate l'espressione volgare).