venerdì 6 luglio 2012

LO ZAINO

Mi è sempre piaciuta molto la metafora dello zaino, perchè descrive proprio bene le relazioni tra gli uomini.
C'è l'altruista, che carica su di sè più peso di quel che può sostenere, togliendolo a qualcuno. L'egoista, che studia il modo di scaricare su qualcun'altro il peso che non vuol portare. L'ingordo, che lo riempie troppo e poi fa fatica a camminare. L'avaro, che per non mettere nulla, si ritrova senza cose indispensabili.

Mi piace l'idea dello zaino perchè la storia mia e di Federica, che da domani siamo una famiglia, è piena di zaini.
Quelli che ogni settimana prepariamo per stare a Cuneo, o a Torino. Quelli che ci hanno accompagnato sulla terra rossa dell'Africa. Quelli del deserto di Giordania, della Palestina, di Israele. Leggeri il giusto, con l'essenziale.

Mi piace l'idea dello zaino anche perchè i nostri zaini sono pieni, di tanto, dell'essenziale: dell'affetto delle nostre famiglie, dell'amicizia di tanti che ci accompagnano nel viaggio, delle tante relazioni che ogni giorno ci arricchiscono. Delle relazioni splendide, di quelle così così, di quelle sbagliate. Perchè ciascuna di loro, ha dato senso e significato al cammino.

Domani non finisce un viaggio. Comincia.
Mano nella mano, come piace a noi. Ridendo molto perchè, come diceva Charlie Chaplin, in fondo poi tutto (o quasi) è comicità. Aiutandoci quando uno dei due resta indietro. Aspettandoci, quando serve per continuare il viaggio in due. Con la pazienza di chi sa che ha di fronte un essere imperfetto, ma che ama, e con il quale ha deciso di trascorrere il tempo che resta qui, sulle strade del mondo. Con la serenità di chi sa di non essere mai, comunque, da solo.

Ti amo davvero adesso
ti amo del tutto
e non mi chiedo...
basta così davvero. 
Ti ho detto tutto,
voglio soltanto
che tu sia felice. 
Lo zaino - Stadio

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