mercoledì 24 aprile 2013

LA PIU' BELLA DEL MONDO

Il 25 aprile non è un ponte.
Il 25 aprile non è neppure una festa.
Il 25 aprile è un anniverasario. 
L'anniversario della Liberazione dell'Italia dal ventennio fascista e dall'occupazione militare tedesca. Il 25 aprile del 1946  vennero liberate Torino e Milano, per prime, e da lì di seguito tutte le altre città d'Italia occupate: così, venne scelta questa come data simbolica per la Liberazione di tutta l'Italia.
Seguì il referendum tra monarchia e Repubblica: vinse la Repubblica.
Il 22 dicembre dell'anno successivo (1947), venne approvata la Costituzione Italiana, ancora oggi ritenuta la Costituzione più bella del mondo.

Piero Calamandrei, disse: 

"In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, 
le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli.
Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà 
e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione."

Se un giorno avrò dei figli, a loro racconterò che la Resistenza, seppur dentro la violenza e la durezza di una guerra, ha portato il seme della libertà e della giustizia, e la convinzione di questi ideali, probabilmente ha permesso di resistere anche se più deboli e meno organizzati.
Gli racconterò che i partigiani erano soprattutto giovani, di ogni regione d'Italia, che hanno sacrificato la loro gioventù perchè le generazioni successive potessero vivere in una terra libera.
Gli spiegherò che ciò è servito a rendere l'Italia una repubblica, e che da lì è nata la Costituzione, che forse non sarebbe mai nata, o comunque non sarebbe nata così.

Ecco perchè continuo ad essere speranzoso, nonostante tutto. 
Perchè abbiamo una Costituzione.
Ed è lo stesso motivo per cui continuerò ad oppormi a chi vuole dividere l'Italia tra nord e sud, ai i corrotti che fanno politica con la "p" minuscola, a coloro che non sono degni di rappresentare le istituzioni. Ma anche, e con ancora più energia, ai movimenti che pensano che la Costituzione sia superata, a chi ogni giorno mette in discussione gli articoli che la compongono, a chi non ha rispetto per il parlamento e le istituzioni ed usa toni volgari e sprezzanti. Le istituzioni non sono solo le persone, sono il fondamento inattacabile della nostra democrazia.
Con chi vuole aprire il parlamento, luogo simbolo del confronto democratico, con chi si permette di parlare di "marcia su Roma",  con chi usa la parola "golpe" senza averne mai vissuto uno.  Con chi parla di poveri, con il conto in banca pieno. Di qualunque partito o movimento sia, qualunque età abbia.

Questo, probabilmente, è un altro momento in cui resistere. In modi e forme diverse, ma con lo stesso verbo. Resistere ai politici corrotti, resistere a chi vorrebbe, utilizzando la buona fede di chi si sbatte nei gazebo, comandare da solo azzerando il sistema.
Ed, esattamente come durante la resistenza, occorre avere coraggio. Avere il coraggio di rimanere onesti, di non farsi corrompere, di diffondere e difendere la trasparenza. Avere il coraggio di studiare articolo per articolo la Costituzione, avere il coraggio di fare politica senza superbia o desiderio di vendetta.

Mi auguro che l'Italia, e gli italiani, sappiano resistere e riorganizzarsi, com'è da sempre nella nostra indole. D'altronde, siamo riusciti a scrivere la Costituzione.


 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie, un pezzo bellissimo

enrico ha detto...

Ricordare chi siamo è indispensabile per capire dove vogliamo andare.

Grazie per l'energia, l'onestà e il coraggio che ispira il tuo post.