Inserisco nel blog un articolo di una giornalista che scrive per La Stampa di Torino e che stimo molto, Carla Reschia, senza aggiungere altro, perchè l'articolo parla da sè.
"Venti milioni di tonnellate di derrate alimentari buttate: si potrebbe sfamare l'Africa. O risparmiare 26 miliardi di euro
Con il cibo che, in un anno, in Gran Bretagna finisce nell'immondizia si potrebbe garantire 40 volte l'ammontare delle necessità alimentari mancanti al Burundi. E' vecchia storia quella del 20 per cento della popolazione mondiale che usa l'85% delle risorse, ma la ricerca pubblicata oggi dall'Independent dà ai vecchi dati la forza della concretezza.
E i dati, in concreto, sono questi: vengono sprecati, nella sola Gran Bretagna, 20 milioni di tonnellate di alimenti all’anno, circa la metà delle importazioni alimentari dell’Africa. Lo ha accertato, con rigore anglosassone, una ricerca condotta da Lord Haskins of Skidby, ex consulente del governo per l’agricoltura ed ex presidente dell’azienda alimentare Northern Foods. Che ha stabilito anche le modalità di questo spreco colossale.
In gran parte, e cioè per l'ammontare di 16 milioni di tonnellate di alimenti, i responsabili sono privati, negozi, ristoranti, hotel e aziende alimentari. La parte restante è già andata persa prima, nel trasporto dal produttore, cioè le aziende agricole, ai mercati e ai dettaglianti.
E non c'è nemmeno da dire che buttar via il cibo sia un atto economicamente neutro, o addirittura redditizio: costa 20 miliardi di sterline all’anno, circa 26 miliardi di euro. E parliamo di costi vivi, cioè senza tenere conto dello spreco delle risorse e del danno ambientale prodotto in termini di rifiuti supplementari da smaltire.
Lord Haskins sostiene, e ne fornisce prove, che queste 20 milioni di tonnellate "missing" risolverebbero il problema della fame in molti Paesi. E porta un esempio chiaro: la scorsa settimana il Giappone ha promesso oltre 300 milioni di yen, ovvero 1,9 milioni di euro, in aiuti alimentari al Burundi, dove ben il 44% della popolazione è affetta da malnutrizione. Ora, lui calcola, appunto che il cibo buttato dai britannici equivale a 40 volte quello che manca al Burundi.
Dove finisce il cibo? Alla lettera, nella pattumiera. Deleterie, secondo l’agenzia governativa per i rifiuti, le offerte speciali: si compra tre per due, o due al costo di uno, attratti dalla convenienza. E poi perché, intantom, costa uguale. Poi, arrivati a casa, ci si rende conto che uno al costo di uno bastava, e il resto finisce sprecato.
Lord Haskins vuole che il governo almeno inizi una campagna di informazione, e metta sull'avviso i cittadini «affinchè evitino il disastro riducendo l’inaccettabile livello di cibo buttato, una parte vergognosa di molte moderne società dei consumi». Ma forse un piccolo pensierino dovremmo farcelo tutti".
L'articolo è disponibile sul sito de La Stampa, all'indirizzo web www.lastampa.it, e si intitola "Gran Bretagna, dati choc: finisce nella pattumiera metà del cibo"
Peppe
4 commenti:
Consumismo del cavolo...
www.sentimentoitaliano.blogspot.com
hai un blog molto bello!
grazie della segnalazione!!!
se ti va possiamo anche scambiare il link!
:-)
Aggiungo un dato che di certo sai, ma che a me lascia sempre di stucco:
con i soldi spesi in un anno per fare la PUBBLICITA' DEL CIBO PER CANI E GATTI si potrebbero sfamare TUTII (ripeto TUTTI) i bambini che soffrono la fame nel terzo mondo)
E' devastante...
:-(
Immagina che questo Burundi è tuo paese, immagina che questi che muoiono di fame sono tuoi parenti, cioè tuoi fratelli, oppure tue sorelle, con nomi e cognomi, come ti sentiresti? Black man.
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