“A monsignor Gerardo Pierro, arcivescovo, primate metropolita di Salerno Campagna Acerno al compiersi del suo 75˚anno di età con viva gratitudine l’arcidiocesi eresse». E’ la scritta incisa nel marmo bianco rigorosamente di Carrara della statua che si erge in tutta la sua altezza (4 metri…) nel seminario di Salerno, per l’arcivescovo che va in pensione. Non posso fare a meno, a maggior ragione perché sono credente, di scrivergli una lettera. E se mi scomunicano, me ne farò una ragione. Ma almeno glielo ho detto.
Sua Eccellenza Revendissima, Monsignor Pierro, ed io che credevo che il voto di povertà esistesse ancora, almeno nella Chiesa.
Ed anche l’umiltà, cercando di imitare almeno un po’ l’atteggiamento e lo stile di vita, così appassionato, semplice, trasparente, umile, di Gesù Cristo. Una statua di marmo bianco di Carrara, alta quattro metri, è un privilegio che spetta a pochi eletti: se gliel’hanno dedicata, sono certo che Lei la meriti profondamente, dopo una vita di sacrifici per il bene del mondo spesa tra una benedizione solenne ed una conferenza sulla povertà.
Molte famiglie, in questo periodo faticano ad arrivare alla fine del mese, forse è una notizia che non La tocca e non La sfiora ma che Le assicuro esiste ed è reale. Molti adulti (sempre di più) perdono il lavoro, molti giovani (la maggioranza) sono precari; io appartengo a quella generazione che, dicono gli esperti, sarà la prima generazione a stare peggio dei loro padri. Eppure queste donne e questi uomini insegnano ai loro bambini con l’esempio i valori più profondi della fede cristiana autentica; e molti giovani come me, si impegnano nel volontariato e nutrono, nonostante tutto, speranza per il futuro.
Io mi chiedo e Le auguro, ogni volta che passerà davanti al coapolavoro di quattro metri che la raffigura sorridente e con il pancione, che proverà un piccolo imbarazzo.
Non dico vergogna, che è una parola che evidentemente non fa parte del Suo carisma, ma un po’ di imbarazzo, glielo auguro. Nel nome di una giustizia forse non divina, ma che dovrebbe prevedere la costruzione di una statua a tutti gli anziani che hanno lavorato una vita per una piccola pensione, agli adulti che guardano avanti ogni giorno, ai giovani che si impegnano nel lavoro precario e nel volontariato e che forse non vedranno mai una pensione. La ringrazio, comunque.
A Lei, alla Sua arcidiocesi ed alla gerarchia ecclesiastica che abita sopra di Lei. Vede, sto compilando in questi giorni la mia dichiarazione dei redditi ed avevo intenzione di lasciare il mio otto per mille alla Chiesa Cattolica, convinto che potesse servire per opere di sostegno ai poveri.
Grazie per avermi convinto a non farlo.
Glielo scrivo di cuore, preferisco lasciarli allo Stato Italiano.
Anche i politici rubano e li sprecheranno, ne sono certo, ma almeno non predicano a parole povertà e umiltà.
E non si fregiano del diritto d’essere ad immagine e somiglianza di nostro Signore.
Tolto uno, naturalmente, che crede d'essere direttamente nostro signore. Saluti.
Ed anche l’umiltà, cercando di imitare almeno un po’ l’atteggiamento e lo stile di vita, così appassionato, semplice, trasparente, umile, di Gesù Cristo. Una statua di marmo bianco di Carrara, alta quattro metri, è un privilegio che spetta a pochi eletti: se gliel’hanno dedicata, sono certo che Lei la meriti profondamente, dopo una vita di sacrifici per il bene del mondo spesa tra una benedizione solenne ed una conferenza sulla povertà.
Molte famiglie, in questo periodo faticano ad arrivare alla fine del mese, forse è una notizia che non La tocca e non La sfiora ma che Le assicuro esiste ed è reale. Molti adulti (sempre di più) perdono il lavoro, molti giovani (la maggioranza) sono precari; io appartengo a quella generazione che, dicono gli esperti, sarà la prima generazione a stare peggio dei loro padri. Eppure queste donne e questi uomini insegnano ai loro bambini con l’esempio i valori più profondi della fede cristiana autentica; e molti giovani come me, si impegnano nel volontariato e nutrono, nonostante tutto, speranza per il futuro.
Io mi chiedo e Le auguro, ogni volta che passerà davanti al coapolavoro di quattro metri che la raffigura sorridente e con il pancione, che proverà un piccolo imbarazzo.
Non dico vergogna, che è una parola che evidentemente non fa parte del Suo carisma, ma un po’ di imbarazzo, glielo auguro. Nel nome di una giustizia forse non divina, ma che dovrebbe prevedere la costruzione di una statua a tutti gli anziani che hanno lavorato una vita per una piccola pensione, agli adulti che guardano avanti ogni giorno, ai giovani che si impegnano nel lavoro precario e nel volontariato e che forse non vedranno mai una pensione. La ringrazio, comunque.
A Lei, alla Sua arcidiocesi ed alla gerarchia ecclesiastica che abita sopra di Lei. Vede, sto compilando in questi giorni la mia dichiarazione dei redditi ed avevo intenzione di lasciare il mio otto per mille alla Chiesa Cattolica, convinto che potesse servire per opere di sostegno ai poveri.
Grazie per avermi convinto a non farlo.
Glielo scrivo di cuore, preferisco lasciarli allo Stato Italiano.
Anche i politici rubano e li sprecheranno, ne sono certo, ma almeno non predicano a parole povertà e umiltà.
E non si fregiano del diritto d’essere ad immagine e somiglianza di nostro Signore.
Tolto uno, naturalmente, che crede d'essere direttamente nostro signore. Saluti.
2 commenti:
ciao ciao
Non per smorzare la tua protesta di non dare più l'8 per 1000alla chiesa cattolica,ma anche se no lo fai lei lo prende lo stesso!
Teoricamente quando non si segna nulla lo Stato dovrebbe ridistribuire le parti tra TUTTE LE CONFESSIONI RELIGIOSE e tenerne un po' per se,ma la maggior parte dei soldi va alla Chiesa cattolica.
Terry
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