martedì 22 luglio 2008
LA FATTORIA
LA FATTORIA
La mattinata doveva essere tranquilla, ma qui nulla è prevedibile.
"Vi accompagno a vedere un posto, così facciamo due passi. Dovete sapere che..."
...Tre italiani vennero ad abitare queste terre, intorno agli anni '80, animati dalla voglia di risollevare questa gente dalla fame e dalla povertà. Aprirono una fattoria, portarono trattori dall'Italia, containers dall'Europa e dagli Stati Uniti; costruirono un deposito, un magazzino, una falegnameria, addirittura una macelleria, dove sperimentarono la conservazione dei salami, che qui non esistono. Un lavorone, che ha richiesto tempo, impegno, entusiasmo, passione.
Poi venne la guerra, e quegli italiani dovettero abbandonare il Burundi e scappare lontano.
"Il villaggio di Butezi un tempo era un grande villaggio, che esportava i manufatti in tutto il Burundi, poi sono arrivati i ribelli e hanno ucciso quasi tutti, così adesso vedete questo piccolo villaggio nascosto nelle colline..."
... I trattori sono pieni di polvere, inutilizzati da anni. Sembra quasi macabro, vedere tanta tecnologia in questo posto dove ancora si fabbricano le zappe in casa, dove i bambini devono fare chilometri per prendere l'acqua, dove la corrente e l'acqua calda sono sconosciute.
Potreste venire voi, qui a riaprire questa fattoria, la gente vi accoglierebbe subito...
Già...
Per il resto, viaggio prevedibilmente impolverato come all'andata, passaggio veloce a Ruyjgi per lasciare a casa e salutare la sorella di Henry, il marito Manuel e la piccola Greta, che ha dormito tutto il viaggio di ritorno in braccio, e poi domani mattina partenza per Ngozi, dove domani cominciamo il corso animatori, che dovrebbe dare una svolta alla nostra missione.
GODEFROID
Devo raccontare una cosa divertente di questa sera, una figuraccia, diciamo così. Un tale, di nome Godefroid, un caro amico di Henry fin da ragazzino, ha vissuto con noi questi giorni; un tipo davvero simpatico e socievole, e tolto il fatto che si addormenta con la radio accesa (si è portato le pile mannaggia!!!!) e si sveglia (alle 5...) sempre con la radio accesa. Ora siamo diventati amici, così stasera ci ha invitato, dopo cena (è andato a mangiare dalla sorella che abita a Ruyjgi) a mangiare insieme uno spiedino di capra e bere una Fanta.
Proposta accettata.
Non fosse altro che Henry ha fatto particolarmente tardi, e il servizio al piccolo ristorante della Maison Shalom anche, così all'ora stabilita, non siamo arrivati all'appuntamento...
[...]
Un'ora e mezza dopo l'orario dell'appuntamento (noi stavamo iniziando a mangiare), arriva (a piedi) Godefroid nel piccolo ristorante... aveva comprato per festeggiare con noi un'intera coscia di capra, che ha fatto preparare... e che ha mangiato con dei passanti presi a caso, non vedendoci arrivare...
Sensazioni tra l'imbarazzo e la voglia di scoppiare a ridere, mentre raccontava, fino a quando, alla fine del racconto, mentre ci aspettavamo un cazziatone in piena regola, ci dice... Va beh, cosa posso offrirvi allora da bere?
Un grande, Godefroid...
Vado a letto pensando che domani si ritorna a Ngozi, e sarà di nuovo casa... e chissà, se ci sarà Bertrand ad aspettare...
Notte, Burundi.
Peppe
1 commento:
Ciao Giuseppe, come va? Io tutto ok... Bel posto e belle foto... Come è andata da Hanry? Ciao da Alessandro
Posta un commento