venerdì 19 settembre 2008

KIGALI

Martedì 28 luglio 2008

Il Rwanda e il Burundi sono due stati molto piccoli, paragonabili forse, pensando all’Italia, a Piemonte e Lombardia; eppure è enorme la differenza che li separa.
Qualche giorno fa atterravamo a Bujumbura, capitale del Burundi; oggi siamo andati a Kigali, capitale del Rwanda; di là terra rossa, taxi, moto-taxi, baracche.
Di qua asfalto, case con più piani, perfino cemento.

Ci accompagna Celestine, conosce molto bene la città e sa dove e come muoversi; ci spiega,ci racconta: il governo sta mandando via i poveri dalla capitale, distruggono le capanne per costruire palazzine e la gente va nelle campagne. Dunque l’apparenza è quella di una città e più in generale che si sta sviluppando velocemente, e come in ogni sviluppo non coordinato e troppo rapido i poveri sono quelli che pagano il prezzo più alto. Visitiamo la zona delle ambasciate (quella italiana non c’è, essendo bassissima la presenza di italiani), la comunità salesiana con le scuole, rapidamente vediamo l’Hotel “Rwanda”.
[…]
Con Eugy siamo ospiti al noviziato, una piccola comunità molto molto bella e accogliente; dormiremo qui, per qualche giorno. Domani ci aspetta una giornata particolare: vedremo un santuario a Kibeho, e visiteremo i luoghi del genocidio. Sarà una giornata particolare, che aspetto con un po’ di batticuore.

Sono nella mia camera: la finestra dà sul cortile interno, con un piccolo giardino; fuori dall’altra parte, una sentinella passeggia lentamente e si sente il rumore delle mucche nella stalla appena qui fuori. Sembra strano, anche qui.
Non posso dire di sentirmi a casa, è come un’altra Africa che con il Burundi ha in comune solamente la linea di frontiera sulla carta geografica. Ma non posso dire neppure di sentirmi un estraneo.
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Stasera abbiamo fatto particolarmente tardi: siamo rimasti un po’ a chiacchierare con i quattro ragazzi della comunità, poi al solito quando hanno saputo dei giochi magici hanno voluto vedere qualche gioco. Una partita a carte, poi dopo siamo rimasti un po’ a chiacchierare con Eugy in camera sua (che è accanto alla mia).
Impressioni, commenti, riflessioni. Condivisione, insomma, come dev’essere con chi sta condividendo lo stesso viaggio.
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L’ultimo pensiero va a chi mi pensa dall’Italia; è difficile sentirsi, ancora di più parlarsi, ma questo non significa che non sono con me in queste strade.

Buonanotte, domani mattina sveglia prestissimo, per ripartire. Ma questa volta giochiamo più fuori casa del solito, non conoscendo nulla dei luoghi che vedremo domani.
Sarà bello, come sempre.
[…]
Non c’è corrente, stasera, neppure qui.
Ho fatto bene a ricaricare le batterie della videocamera l’altro giorno…

Peppe



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